Si tratta di piante messe a dimora in un contenitore di vetro trasparente - attualmente è un elegante elemento d'arredo, soprattutto, una tecnica di coltivazione efficace e poco impegnativa per molte piante che amano ambienti umidi.
Il primo a spiegarne il funzionamento fu il medico inglese N. B. Ward che, nel 1829, notò la crescita spontanea di una felce e di un germoglio d'erba in una bottiglia di vetro in cui aveva sigillato una crisalide di falena con un po' di terriccio.
Ward osservò anche una leggera condensa sulla superficie interna della bottiglia e grazie alla sua passione per la botanica riuscì a capire il meccanismo in atto: attraverso la respirazione, le piantine emettevano vapore acqueo che, condensandosi sul vetro e ricadendo al suolo, tornava alle radici ricreando in piccolo il ciclo dell'acqua del Pianeta.
La cosiddetta "teca di Ward", da lui inventata e subito utilizzata da botanici e coltivatori dell'epoca per trasportare oltreoceano specie che non erano mai sopravvissute ai viaggi precedenti, è quindi l'antenato del moderno terrarium.
In un sistema del genere, l'ossigeno emesso dalle foglie attraverso la fotosintesi diurna viene utilizzato dalle piante per la respirazione, mentre l'inverso avviene per l'anidride carbonica, le foglie che invecchiano e cadono contribuiscono a concimare il terreno. È un vero e proprio ecosistema autosufficiente in miniatura ed è anche il meccanismo attraverso il quale le prime piante hanno reso respirabile l'atmosfera terrestre e permesso la vita delle altre specie sulla Terra. Non è affascinante?